Tornano le avventure degli angeli ignavi Gregorio e Bartolomeo. Il loro piano per aprire le porte del Paradiso li costringe ad addentrarsi fin nelle viscere dell’Inferno. Nel frattempo, Lorena e Azzurra sono alla ricerca del rituale. Ma niente va come sembra.
Titolo: Exilium Anabasis
Autore: Andrea Piera Laguzzi, Hilary Sechi
Casa Editrice: Idea Immagina di Essere Altro
Genere: dark fantasy
Recensione
Questo secondo libro è una gioia per gli occhi, dico gli occhi perché sembra proprio di vedere l’Inferno e tutti i suoi demoni come se fossero davanti a noi. Immaginarsi l’inferno è un po’ uno specchio di cosa uno considera peggiore nella vita, e in questo caso abbiamo un mondo industrializzato che ha seguito l’evoluzione tecnologica umana, ma in modo contorto. Demoni minori lavorano in modo insensato per un meccanismo perverso che include anche le anime dannate. Forse il messaggio è che il vero inferno è essere un ingranaggio del sistema senza più volontà.
Paradossalmente, ho trovato meno impressionante questo secondo libro rispetto al primo perché, a parte un passaggio in cui vengono descritte le torture ai dannati, non ho trovato pezzi eccessivi, forse perché l’inferno delle autrici è più cinico che splatter. Mi è piaciuto anche molto Inferno, la bestia infernale che con i suoi tentacoli controlla gli inferi, in preda a una fame perenne. Non è solo un dettaglio di colore ma un personaggio con molti effetti sulla trama.
Come sempre ho apprezzato lo stile, ma questa volta vedo migliorato anche il ritmo della storia. Come avevo previsto, il primo libro si era sobbarcato l’onere di presentare personaggi e situazioni mentre in questo c’è quasi tutta l’azione e la risoluzione, raccoglie i frutti del lavoro precedente. Guerre civili, imbrogli, cambi di fazione, succede veramente di tutto. La lettura è tutta in discesa, nonostante il libro si chiami “risalita”, uno dei tanti paradossi.
Il paradosso più grande è costituito dai due protagonisti. Greg viene considerato da tutti il gemello cattivo eppure è disposto a qualsiasi sacrificio per il fratello, mentre invece Bartolomeo è il “buono” ma è lui che ha messo tutti nella merda con un piano fallimentare causato dal suo senso di colpa. In realtà Greg è solo “caotico” alla d&d, frega chiunque, rovescia le situazioni a suo favore ma a fin di bene, mentre Bart nella sua rigidità sembra condannato a sfracellarsi contro un muro. Il peggio poi sono tutti i personaggi che gli vanno dietro, chi per paura, chi per dedizione, chi per idiozia pura.
Un messaggio che ho colto è che non bisogna essere così rigidi nella vita, provare ad ascoltare le persone, provare anche ad ascoltarsi, vogliamo davvero fare una scelta distruttiva o è solo il senso di colpa che parla per noi? E soprattutto, non bisogna seguire in modo cieco la leadership di questi tipi di persone, ci vuole il coraggio di metterla in discussione.
Per quanto riguarda il finale, non condivido le scelte di alcuni personaggi, soprattutto quello che fa o non fa il Dio della storia ( nuova fascetta, “un libro che ti porterà a invocare Dio in modi sempre più fantasiosi”).
Però è un finale che stupisce, in realtà già annunciato da numerosi indizi sparsi per la storia.
Sicuramente non si dimentica e le implicazioni portano a pensarci anche nei giorni successivi.
La conclusione è definitiva, ma ci sono tanti elementi per un possibile sequel, che speriamo arrivi presto. Si potrebbe leggere come una minaccia, e lo è.