Questo libro è il seguito de “il segreto della curatrice”. Cercherò di non includere spoiler del primo volume
Titolo: La donna senza nome (La curatrice vol 2)
Autore: Laura Usai
Genere: avventura/fantasy
Recensione
Gwen, la protagonista del primo libro, intraprende un viaggio con Peter per ritrovare la persona scomparsa nel primo volume. Come in passato, dovrà vederersela con persone che cercano di approfittare del suo potere. Ma una nuova storia si inserisce, quella di Judith. Chiamata a Villa Turner per assistere una misteriosa ragazza che ha perso la memoria, troverà un ambiente pieno di misteri da risolvere.
Mi era piaciuto molto il primo libro che era autoconclusivo, ma l’autrice ha deciso di continuare sotto la minacc.. il consiglio di varie persone. Il rischio di fare un sequel non previsto è sempre alto, e in questo caso penso si sia mossa nel migliore dei modi. Invece di limitarsi a raccogliere solo i fili rimasti scoperti dal tomo precedente, ha raddoppiato la trama inserendo nuovi personaggi e un nuovo punto di vista.
La nuova protagonista, Judith, mi ha colpito molto. E’ uno dei pochi personaggi profondamente buoni che mi ha conquistato, perché la sua empatia deriva da traumi pregressi e quindi è credibile. E’ anche piena di difetti, come il senso di inadeguatezza che la accompagna sempre, che dovrà superare per poter farsi largo in casa Turner. La sua trama sembra molto un giallo gotico ambientato in una casa piena di misteri. Infatti tutti i componenti di villa Turner, dai domestici, alla ragazza senza memoria, al padrone di casa, hanno qualcosa da nascondere.
Ai capitoli di Judith si alternano quelli di Gwen, su cui non posso dire molto per non spoilerare. Gwen e Peter avevano chiuso il loro arco narrativo nel libro precedente ed era difficile riprenderli da una situazione “tranquilla”, ma con qualche stratagemma la trama trova il modo di rendere di nuovo il loro rapporto interessante, inserendo degli ostacoli. E Gwen, come sappiamo, è sempre pronta a darsi la zappa sui piedi. Nuove persone cercheranno di approfittare di Gwen e dei suoi poteri da curatrice, rendendo anche più giustificabile il comportamento di lei nel primo libro che tentava in tutti i modi di nascondersi.
La rivelazione comunque è il personaggio della ragazza senza memoria, che risulta subito sgradevole e inquietante al primo sguardo con Judith e nasconde anche un lato infantile e fragile. Mantenere il senso di inquietudine non era facile ma, anzi, questa caratteristica va in crescendo sul finale.
Stile
Il libro risulta immersivo, tutto è calato nella psicologia delle due narratrici che raccontano in prima persona. L’ambientazione è un “ottocento immaginario” e vengono descritti gli ambienti dell’epoca con minuziosità ma senza che la descrizione risulti pesante. Soprattutto nella parte di Judith ho trovato descritte bene le emozioni viscerali, le indecisioni, il disagio. Consiglio di eliminare qualche verbo di percezione (udire, sentire ecc) perché il narratore così focalizzato non rende necessario usarli di frequente.
Il libro precedente e questo sono low fantasy, ma ho trovato proprio sul finale come la poca magia presente sia stata usata in modo intelligente. Anche un personaggio che riesce a buttarsi da una finestra senza farsi danno può essere reso inquietante se presentato in determinate condizioni.
Dosando bene gli elementi magici e mischiandoli a situazioni reali si ha la sensazione che la magia sia vera e il pericolo che i protagonisti corrono reale.
Anche questo libro potrebbe essere considerato autoconclusivo perché i misteri presenti si risolvono, ma viene aperta la porta per un terzo libro che è già in lavorazione, questa volta senza minacciare nessuno
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