Nella Sardegna del 1600, Fiammetta vuole sfuggire al marito violento e coltiva il sogno di diventare pirata. Raduna una ciurma di mogli maltrattate e parte alla ricerca del tesoro di Calogero Sauro, con l’aiuto di una “strega”, Stellina. Ma anche Ambrosio, cacciatore di streghe per l’inquisizione spagnola, ha messo gli occhi sul tesoro.
Titolo: A colpi di Cannonau
Autore: Titania Blesh
Genere: Fantasy
Casa editrice: Acheron books
Recensione
Fiammetta è un’eroina atipica. Ha superato i trenta (non scrivete “di mezza età” nelle recensioni, ho l’età sua xD), orba, brutta, così sboccata che le sue bestemmie riescono a distrarre gli avversari. Ma di sicuro quello che la rende più affascinante è il suo volere le cose fortemente e il suo sbattersi all’infinito per ottenerle. Lei ha deciso che deve diventare pirata e quindi per tre anni si fa il mazzo a grattare gli scogli per racimolare il denaro che le serve.
Incarna il tema del “sogno” con tutte le sue sfumature positive e negative. Visto che anche io coltivo dei sogni mi sono rivista in tutte le sue tappe, la fatica necessaria per iniziare, l’idealizzazione del sogno che non è mai bello come lo si dipinge, il fatto di sentirsi impreparati appena le cose si fanno serie. Lei pensa che basti avere una ciurma e una nave per diventare pirata e invece non è così, far salpare la nave è solo il primo passo e bisogna lottare e perfezionarsi continuamente. Sarà anche costretta a interrogarsi su quello che è il suo bisogno reale che sta dietro al “diventare pirata”, come qualunque artista o sognatore è costretto prima o poi a fare.
Ambrosio è il contrario di Fiammetta. Un bell’uomo, ricco, rispettabile, reprime costantemente le sue emozioni, si autoassolve in tanti modi per tutto il male che ha fatto come inquisitore. Nonostante questo non l’ho mai percepito come personaggio “negativo” perchè ha sempre delle buone ragioni per agire. Quando viene messo di fronte a tutte le sue ipocrisie ed è costretto a tirare fuori le sue emozioni, Ambrosio deflagra in modo inaspettato. Da un po’ di tempo non mi capitava di innamorarmi di un personaggio di un libro, l’ho trovato veramente affascinante e very hot con quel suo accento spagnolo.
Però in una storia incentrata sulla autodeterminazione femminile e con la santa inquisizione come “villain” con tutta la misoginia che si porta dietro storicamente, avrei immaginato un finale più incentrato su Fiammetta. Essendo in realtà un primo libro di una serie (anche se autoconclusivo), immagino che Fiammetta avrà modo di riprendere il timone.
STILE
La struttura segue uno schema abbastanza originale, a “mini quest”. Fiammetta ha come obiettivo ultimo arrivare al forziere ma, come in una caccia al tesoro, deve passare tante tappe intermedie che hanno i loro piccoli archi narrativi, dal recuperare la nave al salvare un personaggio. Questo crea l’effetto di una continua urgenza e di obiettivi molto chiari, il risultato è un testo avvincente che scatena la voglia di andare sempre avanti. Ogni tanto vengono inseriti dei capitoli flashback che presentano la ciurma, alcuni in momenti più tranquilli, altri in momenti in cui io avrei preferito andare avanti con la storia principale.
Il libro segue le tecniche di scrittura immersiva. Ogni punto di vista comunica ciò che avviene in diretta secondo il suo personale modo di sentire. La cafoneria di Fiammetta non risulta sgradevole da leggere perché viene spesso arginata mostrando gli effetti delle bestemmie sulla gente senza riportarle, cosa che mi ha fatto molto ridere,anche se ci sono in chiaro un paio di offese di quelle belle e da me subito sottolineate.
AMBIENTAZIONE
I luoghi sono di fantasia ma hanno un “feeling” sardo, con la terra brulla e le piante spinose. L’ambientazione ricalca il 1600, anche se è alternativo al nostro perché qui le “streghe” esistono realmente e l’inquisizione le caccia anche allo scopo di recuperare antichi dobloni.
Le streghe Zipa ricavano potere dalla vicinanza dei dobloni spagnoli, ma molte di loro non sanno sfruttare il potere per cui si ottengono effetti magici contenuti. Però questo ha dato modo di descrivere in grande dettaglio gli effetti fisici della magia e di evitare l’assuefazione, per cui si scatena l’effetto wow anche con piccole cose come un doblone che brucia la guancia di un uomo.
Speriamo di scoprire di più su questa magia nel seguito già annunciato, “Un bagno di Sangria”