In questo romanzo fantasy orientale va in scena il conflitto tra lealtà e affermazione di sè, tra il gruppo e l’individuo.
I personaggi si interrogano in continuo sulla lealtà alla propria famiglia, al re, al regno. Queste lealtà vanno già in conflitto tra di loro e soprattutto vanno in conflitto con cosa il cuore vorrebbe veramente.
Titolo: Fuoco sotto la terra
Autore: Giulia esse
Genere: fantasy
Trama:
Dopo la misteriosa morte di suo padre, Yoon-ah viene eletta generale dell’esercito. Per salvare il regno di Nadong da una terribile profezia, Yoon-ah è costretta a inghiottire l’orgoglio e perdere la battaglia: il suo destino è essere trascinata in catene nel regno nemico, dove sarà prigioniera di Kang-jo, lo stratega dal cuore di ghiaccio. Lui è l’acqua, lei il fuoco. Entrambi sanno che la guerra non è mai finita: il gioco di seduzione che si instaura tra loro è un nuovo campo di battaglia. Sola in una terra straniera, odiata dai suoi soldati, Yoon-ah ha come unico alleato l’astuto Namgil, principe in ostaggio e sua vecchia conoscenza. Lavorando nell’ombra, i due possono ancora risollevare le sorti del loro regno. L’inganno lega Yoon-ah allo stratega. La lealtà la unisce al principe. La scelta, però, è vicina: sacrificherà se stessa o i propri ideali?
Recensione
La storia è ricca di personaggi, ma la trama ruota intorno a tre figure principali.
Yoon-ah è una generale, leale al regno di Nadong. Guidata da una profezia, perde di proposito una battaglia e si fa trascinare in catene nel regno di Haeju, con lo scopo di liberare il principe di Nadong ostaggio del re.
Kang-jo è uno stratega e guerriero, leale al regno di Haeju.
Namgil è uno dei principi di Nadong, cresciuto come ostaggio nel regno di Haeju
Yoon-ah e Kang-jo sono attratti l’uno all’altra in senso sia fisico che spirituale. Hanno due caratteri opposti ma due menti che ragionano in modo molto simile. Purtroppo le rispettive lealtà li separano. La vicenda ci viene presentata da tutti i punti di vista ma, essendo protagonista Yoon-ah, Kang-jo in alcuni tratti sembra quasi il cattivo della storia. E’ paradossale che qualsiasi cosa faccia non si riesca ad odiarlo, perchè l’autrice riporta tutti i suoi pensieri e quindi capiamo le sue scelte anche senza condividerle.
Forse la differenza tra i due è che Yoon-ah persegue lo stesso piano dall’inizio alla fine: salvare il regno di Nadong riportando Namgil a casa. Invece Kang-jo è sempre in bilico tra la fedeltà al padre, alla famiglia, al re, al regno e prende decisioni sulla base del senso di lealtà che sente più forte al momento, per cui può arrivare a uccidere chi proteggeva un attimo prima.
Al contrario degli altri Namgil, detto il principe volpe, è più sanguigno, pronto alla battuta velenosa e attento al proprio benessere invece che a qualche fumosa “lealtà”. Tra i tre risulta il più libero e forse quasi il mio preferito (ma è veramente difficile scegliere) anche perchè è un personaggio divertente.
Lo stile è molto “denso” di descrizioni, significati filosofici, riflessioni, con un’attenzione costante all’ambientazione orientale. Questo stile si adatta bene ai momenti più di magia e di azione. C’è una scena di carneficina che George Martin scansate, ma è descritta con una poesia tale per cui pare quasi una scena di danza in costume.
Ho trovato invece il “secondo atto” più lento. I personaggi, in puro stile orientale, prima di agire e esplodere nella violenza finale indagano molto sulla propria interiorità, con lunghi dialoghi ambientati al chiuso. So bene che gli interni con i dialoghi sono la cosa più difficile da scrivere per cui potrebbe valere la pena alleggerire o condensare questa parte.
La parte fantasy c’è ma è così legata all’interiorità dei personaggi che pare quasi una metafora dei personaggi stessi
Yoon-ah ha ereditato poteri sciamanici dalla madre e grazie a essi riesce a indagare nell’interiorità delle persone
Kang-jo riesce a intrappolare il suo ci nelle pergamene e rilasciarlo quando serve, a testimoniare il suo dare molta importanza alle parole.
Namgil è un alchimista, capace, con l’aiuto di altri personaggi, di rigurgitare lava dal nulla. Anche questo è uno specchio del suo carattere molto meno discreto rispetto agli altri.
In definitiva, se vi piace la filosofia orientale e amate le ambientazioni curate e i conflitti interiori, questo è il libro che fa per voi.