Chiudiamo in bellezza l’anno e parliamo di un romanzo storico ambientato a Venezia che è stato per me una delle  letture migliori del 2019.

Titolo: L’amore al tempo della musica
Autore: Giulia Esse
Genere: romanzo storico

Trama:
Venezia 1797. Napoleone Bonaparte è ormai alle porte della Serenissima: dopo tanti colpi e sventure, presto la Repubblica cadrà. Insieme all’orgoglio della città deve piegarsi anche quello di Anna, giovane sposa costretta dai debiti del marito a trasferirsi nella casa dello zio di lui, Fosco Alvise Candiani, il più acclamato compositore di Venezia. Abbandonata in una casa ostile, strappata ai suoi affetti e a tutto ciò che conosceva, Anna si aggrappa all’unica cosa che le resta: il suo sogno di diventare violinista. Per farlo, è pronta ad assumere l’identità del marito, di cui nessuno ha più visto il volto fin da quando era ragazzo. Nei panni di un uomo, Anna trova la libertà che ha sempre bramato, ma rischia di perdere se stessa.

Recensione

Spesso una recensione troppo positiva può sembrare una marchetta, un favore a un amico oppure timidezza nello sbilanciarsi sulle critiche. Quindi forse è difficile da credere quando dico che questo è un libro da leggere ASSOLUTAMENTE sia per chi ama i romanzi storici , sia per chi vorrebbe scriverne uno, per capire come approcciarsi a questo tipo di lavoro. Ma, credetemi, la penso veramente così.
Stilisticamente non ho trovato nessuna pecca, il testo scorre benissimo come una gondola sull’acqua. Forse l’unica “nota stonata” è proprio il titolo, che fa pensare a un romance e invece l’amore è presente, ma non quello romantico. L’amore per la musica, per Venezia, un legame costruito piano piano tra Anna, Fosco e altri personaggi che permette a degli estranei di diventare famiglia. Soprattutto l’amore per se stessi, che è quello più difficile da raggiungere.

Il tema principale però è la differenza tra uomo e donna nella Venezia di fine settecento
Anna vorrebbe diventare violinista, ma per farlo è costretta a vestire panni da uomo, perché a una donna non sarebbe concesso. Per cui si trova a vivere una serie di avventure, anche rocambolesche, e a sperimentare cosa vuol dire essere uomo, a Venezia.
Persino nella camminata di uomini e donne della Serenissima è racchiusa tutta la disparità dei sessi. Gli uomini incedono come eroi che prendono in mano il proprio destino, le donne come dee che devono essere venerate ma tenute al sicuro nella propria casa.

Se per avere la libertà devo vestirmi da uomo, ebbene continuerò a farlo. Sarò moglie e sarò marito; sarò fede e sarò peccato; sarò verità e sarò menzogna; sarò donna e sarò uomo.

Fosco invece è lo zio del marito di Anna e uno dei più famosi compositori di Venezia. Con il suo carattere burbero, all’inizio non accetta il carattere indipendente di Anna e si pone in contrasto. Ma come Anna imparerà presto, non esistono uomini stereotipati, anche Fosco ha mille sfaccettature che lo rendono generoso e amabile, quando vuole. Forse lui simboleggia il contrasto tra realtà e apparenza, perchè spesso è troppo ansioso di mantenere la reputazione e si ritrova a compiere scelte infelici.
Sullo sfondo, le vicende storiche delle guerre napoleoniche. Tutta la foga di Fosco e dei veneziani per mantenere il loro stile di vita fatto di feste, balli e opere liriche sono una sorta di canto del cigno di Venezia prima della conquista da parte di Napoleone. Come faranno fronte i personaggi al cambiamento politico in atto?
Lo scoprirete solo leggendo il libro, ma dico solo che perdere tutto certe volte può essere un’occasione per ricominciare.