In un mondo dall’ambientazione Steampunk, un assassino comunica all’investigatore la sua prossima vittima attraverso le coordinate di un notturnale. Un libro dal concept davvero originale. Scopriamolo insieme.

Titolo: Nocturnal
Editore: Plesio
Autore: Roberto Saguatti
Genere: avventura, giallo
Sinossi:
Una serie di omicidi sta decimando i senatori di Tricantone alla vigilia di un’importante votazione. Quando Ario viene chiamato a indagare in merito, scopre oscuri messaggi rivolti a lui. La chiave di decodifica è un apparecchio desueto, un Nocturnal. Per tentare di catturare l’assassino, Ario dovrà fare i conti con i fantasmi di un passato sepolto, mentre misteriose figure tramano contro la parte più ricca della città e i suoi abitanti. Ne seguirà una ribellione sanguinosa, in un mondo fatto di vapore, intrighi e ingranaggi.

Recensione

Se leggete il mio blog sapete che vado girando ovunque con i libri. Portandomi Nocturnal dietro ho ricevuto parecchie domande da amici e conoscenti sulla copertina ed è stato facile spiegare la trama in poche parole. Poi partiva la classica domanda: cosa cavolo è un Notturnale?
Lo spiego anche a voi: è uno strumento usato in passato dai naviganti per determinare l’ora durante la notte, inquadrando la Stella Polare nel foro centrale.
Che ruolo ha questo aggeggio? Non è inserito solo “per fare figo”, ma  è legato a un episodio della torbida infanzia del protagonista, Ario. A vedere delle coordinate inquietanti (O* 02 20 O* 05 30) impresse sulla parete, lui capisce immediatamente che l’assassino si rivolge a lui e a nessun altro, scoperchiando un passato doloroso.

La vicenda si svolge nel regno di Tricantone, in un ottocento alternativo in cui convivono pistole e macchine a vapore. I personaggi sono veramente tanti, tra investigatori, inventori, politici e gente comune. Un aiuto alla memoria viene dal fatto che ciascuno ha un nome che ricorda la sua professione o una sua caratteristica saliente. Ma non in modo sottile come il Remus Lupin di Harry Potter, proprio in senso letterale. Dopo il decimo nome sullo stile di Maior D Omus, Alan Bicco, Han B Zioso, vorresti ammazzare chiunque all’anagrafe di Tricantone permetta tutto questo (corollario: visto che i nomi sono così legati al destino dei personaggi io non chiamerei mai un bambino Marti Rio)
A parte Ario e la sua nemesi, il personaggio che più mi ha colpito è Alan Bicco, l’inventore che ha il compito di progettare esoscheletri da combattimento per il governo. Mi affascinava molto e sinceramente mi aspettavo che avesse più spazio nel finale.

Lo stile è molto veloce, l’autore non si perde in dettagli ma descrive più in profondità quando serve. Gli eventi del romanzo si svolgono in vari mesi con decine e decine di personaggi quindi non era possibile “mostrare” tutte le scene ma anche le parti più raccontate sono interessanti, come le ricerche di Alan e le investigazioni di Ario e dei sottoposti.
Il finale è uno dei meno scontati che ho letto ultimamente. Non posso dire niente, ma pensate a quale può essere il classico finale di un giallo, e di sicuro non lo avrete. Le azioni dei personaggi nelle ultime pagine si prestano anche a considerazioni di tipo morale. L’assassino ha ragione o torto? Il protagonista ha fatto la scelta giusta?
Lo scoprirete solo leggendo questo libro e, forse, vi verrà voglia di comprare un notturnale e puntarlo verso la stella polare.

Dove ho letto questo libro

Angolo dedicato ai posti strani in cui leggo.

Di ritorno da un concerto rock a Firenze. Sono riuscita a non leggere durante il concerto solo perché i miei amici mi avrebbero guardato malissimo.