Che ci vorrà mai a descrivere un’emozione? Il mio personaggio è triste, quindi piange. Il mio invece è felice, quindi sorride.
Sbagliato su tutta la linea. Le emozioni nella loro forma più pura non esistono. Non troverete mai nella realtà una persona triste e basta. Sarà triste e arrabbiata per un litigio con la madre. O triste ma felice allo stesso tempo, per un ricordo di una persona che non c’è più.
La natura non è mai perfetta, assoluta. In un quadro una mela non può essere dipinta usando solo la tempera rossa, ma il colore primario va mescolato ad altri per renderlo verosimile. Così nella scrittura, più l’emozione è complicata, più ci sembra reale. Per questo dobbiamo costruirci il nostro repertorio di emozioni miste.
La Lettura
Nella, una ragazza timida e con la testa tra le nuvole, è arrivata ad Amsterdam per iniziare una nuova vita come moglie di un mercante. Ma invece del consorte trova in casa la sua indisponente sorella, Marin.
“Quando arriverà Johannes? Perché non è qui?” chiede la ragazza.
“Vostra madre dice che siete impaziente di cominciare la vostra nuova vita di moglie ad Amsterdam,” risponde Marin. “È vero?”
“Sì. Ma serve un marito per questo.”
Nel silenzio di gelo che segue Nella si chiede dove sia il marito di Marin. Magari l’ha nascosto in cantina. Reprime l’impulso disperato a una risata sorridendo a uno dei cuscini.
“È tutto così bello,” dice. “Non dovevate.”
Burton, Jessie. Il miniaturista (Italian Edition)
Bellissimo. Qui mi sono immaginata la scena comica di una ragazza che gira la faccia all’interlocutrice e sorride rivolta verso i cuscini (descritti in un’altra scena come orribili).
Quante emozioni riuscite a individuare, solo nella frase in grassetto?
- ironia che deriva da un ricco mondo interiore, tipico delle persone timide.
- imbarazzo per quello che la risata potrebbe causare.
- desiderio di ribellione verso la cognata.
- voglia di integrarsi nella nuova famiglia che la costringe a essere “falsa” e reprimersi.
Un personaggio che riesca ad essere così sfaccettato in poche frasi ci appare come una persona reale. Allenatevi durante la lettura dei libri a trovare passaggi con emozioni complesse. Vincete un bonus se il personaggio non è il punto di vista.
L’osservazione della realtà.
Qual è la fonte migliore di emozioni complesse? le persone che ci circondano. Non stanno recitando un copione, non sono costruite, sono proprio così. Abituatevi ad osservarle e a carpire tutte le sfumature.
Se state leggendo questo articolo e mi conoscete, non sentitevi osservati, non c’è pericolo. Di solito passo il tempo con il naso per aria, roba che potrebbe cadere un meteorite e non me ne accorgerei, ma ogni tanto mi sono imposta di premere record nel mio cervello quando ho a che fare con le persone, con risultati sorprendenti. Ad esempio, mi sono resa conto che un’amica, mentre raccontava una sua disavventura, non stava solo parlando con me, ma stava continuando nella sua testa una conversazione buffa con i colleghi.
“I miei colleghi non credono che sia stata una medusa a farmi questo segno sul braccio, dicono che è stato mio marito.”.
Il fastidio per la puntura di medusa che aveva caratterizzato la nostra conversazione si mescolava con l’ironia della conversazione passata. In un racconto, una situazione simile può creare distonia in un dialogo, con uno dei due personaggi che non capisce le emozioni che provengono dai ricordi di un’altra persona e che viaggiano solo nella sua testa.
Dalla teoria alla pratica.
Avete un personaggio che vi sembra scialbo e incolore? Provate a inserire in una scena una di queste emozioni miste.
Il vostro personaggio:
- prova un sentimento ma è costretto ad esprimerne un altro. Facile per i caratteri timidi o repressi. Le persone senza peli sulla lingua potrebbero essere costrette dalle circostanze. Ad esempio, l’eroe potrebbe mascherare la sua paura agli occhi del fratello minore per non spaventarlo (avete vinto tre emozioni: calma apparente, spavento da dissimulare e amore per la persona che si sta proteggendo).
- sta tentando di imbrogliare qualcuno. Corollario al caso precedente ma la motivazione non è la costrizione ma l’interesse. Il protagonista appare più sicuro di sé ma il sentimento vero, originale, potrebbe emergere attraverso la comunicazione non verbale. Qualcuno potrebbe accorgersene…
- prova un sentimento positivo verso qualcuno ma allo stesso tempo se ne vergogna perché l’oggetto del sentimento è un rivale/una persona poco raccomandabile/la ragazza del migliore amico. E’ il primo campanello di allarme per il cambio di atteggiamento verso un altro personaggio.
- sta parlando con qualcuno ma la conversazione lo porta a pensare ad altre persone/situazioni. Nella sua testa si svolge un film parallelo.
- deve fare una scelta tra due alternative che provocano emozioni differenti. Aiutare un amico in difficoltà o uscire con la ragazza?
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