Oggi parliamo di una tecnica descrittiva di cui molti ignorano il potenziale devastante: la descrizione delle luci e delle ombre. Rendono una scena realistica, dinamica, tridimensionale ed emotiva, tutto in poche righe. Perché ciò accade?

Siamo creature diurne. Il buio ci fa paura e cerchiamo sempre una sorgente luminosa. Lo stesso faranno i nostri personaggi, che noteranno subito qual è la sorgente di luce in una stanza e come essa rimbalza sugli oggetti. Questa tecnica è efficace soprattutto se la scena si svolge in notturna.

Per le scene notturne:

Da dove arriva la luce?

Torce, candele, la luna che fa capolino dalla finestra. O, se scrivete del triste mondo moderno, potrebbe provenire da una fredda lampada al neon.

La sorgente luminosa è in movimento?

Se abbiamo in mano una candela, la sua fiamma sarà tremolante e ondeggerà al ritmo dei nostri passi.

Come interagisce la luce con gli oggetti?

Se tra noi e la sorgente c’è un ostacolo, la luce mista all’ombra dell’oggetto potrebbe disegnare delle figure sul pavimento. O la sorgente stessa potrebbe non emettere luce a 360 gradi ma irradiare solo uno spazio limitato (pensiamo alla luce di una torcia elettrica che crea ovali luminosi)

E se non si vede proprio niente?

L’occhio del protagonista prima o poi si abituerà a stare al buio e vedrà cose che prima non riusciva a scorgere. Se qualcuno si muove, noterà delle sagome in movimento. Dovrà fare affidamento sugli altri sensi e dovrà cercare a tentoni una torcia da accendere o un interruttore da premere.

Per le scene diurne:

C’è qualcosa che brilla?

Uno specchio, un gioiello, il mare, l’acqua di una fontana, un’armatura. Siamo come le gazze ladre, tutto ciò che luccica ci attira. E’ un bel modo di coinvolgere il lettore.

Che qualità ha la luce?

Dipende soprattutto dal periodo della giornata in cui è ambientata la scena. La luce è più chiara di mattina, mentre di pomeriggio o al tramonto fa apparire tutto più soffice e caldo.

Chi sta proiettando ombra?

Mentre di notte è la luce che crea più suspense, di giorno abbiamo la nostra amica ombra. Un modo facile per incutere paura è un nemico talmente grosso che ci copre con la sua ombra. O il protagonista potrebbe notare l’ombra di un oggetto caduto dall’alto che si allarga sempre di più e sta per finirgli addosso.

Quanto sono lunghe le ombre?

Sono lunghissime al mattino presto e alla sera, mentre quasi nulle a mezzogiorno.

Per tutte le scene:

Qual è il sentimento che la luce/ombra provoca nel protagonista?

Con gli effetti luminosi è possibile creare qualsiasi tipo di atmosfera. Una luce in un luogo buio può dare speranza, oppure può incutere timore se non è chiaro da dove provenga. Può assecondare le emozioni del protagonista, ad esempio il volto illuminato di una persona odiata apparirà sinistro, mentre quello di una persona amata sembrerà radioso.

 

Non vi fidate? Pensate che tutto questo parlare di luci aumenterà solo la bolletta dell’ENEL?

D’accordo, facciamo una scommessa. Prendete uno dei vostri libri preferiti in formato elettronico e cercate  “luci”, “luce” ,“brilla”, “ombra” . Scoprirete che, se l’autore sa il fatto suo, descrive effetti luminosi praticamente in ogni scena.

“Lo sguardo di Arya si spostò dietro di lui e vide ombre d’acciaio correre per il fortino, la luce delle fiamme che rimbalzava sulle armature e sulle lame. ”

Passi di: George R.R.Martin. “Lo Scontro Dei Re”. iBooks.

“Lame di luce mattutina filtravano attraverso le imposte, disegnando sbarre dorate sulle lenzuola gettate sul pavimento della camera.”

“La luce delle candele ondeggiò sull’acciaio grigio fumo della lama di Corbray, così scura che Sansa ripensò a Ghiaccio, la grande spada di suo padre.”

Passi di: George R.R.Martin. “Il Banchetto Dei Corvi”. iBooks.

Già che ci siete, scorrete tutte le occorrenze e segnatevi le vostre frasi preferite. Capirete ben presto dai maestri come piegare luce e oscurità al vostro volere.