La bambina e il puk è una fiaba fantasy che trae ispirazione dalla mitologia norrena
Ringrazio l’autrice Viviana Versolato per la collaborazione.
Byrðr è una bambina figlia del capo di un villaggio norvegese. Per colpa delle malefatte dei suoi genitori, è stata maledetta fin dalla nascita con un aspetto mostruoso e viene evitata da tutti. L’incontro con un Puk potrà cambiare la sua esistenza.
I temi di questo racconto sono sicuramente l’inclusione del diverso e la “vera bellezza”. Byrðr viene disprezzata solo per l’aspetto, nonostante il suo buon cuore. E’ molto facile provare tenerezza per lei e immedesimarsi nel suo senso di esclusione, nel suo sentirsi incompresa. La sua bellezza interiore si contrappone all’animo nero e insensibile dei genitori, soprattutto del padre. Chi è il vero mostro? La struttura mi ha ricordato molto le fiabe di una volta, dove la risoluzione non risiede in particolari scene d’azione ma è effetto della bontà d’animo della protagonista.
L’autrice sceglie un narratore onnisciente con inserimenti di punti di vista dei personaggi. Di solito non lo preferisco, ma si adatta al tono favolistico e al target per ragazzi. Molto viene speso nella descrizione degli usi e costumi norvegesi. Le numerose note sono molto utili come approfondimento della mitologia norrena, anche se alcune (come la descrizione dei vestiti o del puk) avrei preferito fossero incluse nella narrazione.
Il Puk, draghetto tipico del folklore germanico, costituisce la principale attrattiva di questo racconto. Lui è uno dei pochi che riesce a “vedere” la bambina e a capire l’ingiustizia che subisce
Consigliato agli amanti del fantasy, della mitologia e dei draghi.