Oggi parliamo del “Tessitore di Ombre” romanzo epic fantasy di Simona Affabile ricco di mistero e magia

Titolo: Il tessitore di Ombre
Autore: Simona Affabile
Genere: epic fantasy

Trama: Wirlamor è un regno dominato da Vampiri con incredibili poteri magici e Beatrix è il Capitano di uno dei tre Eserciti Reali. Un demone striscia subdolo nella sua coscienza, istigandola a compiere azioni deplorevoli con voce suadente, eppure, la Vampira ha imparato a non cedere alla sete di distruzione che le scorre nelle vene. La spada che porta al fianco, Redenzione, ne è la prova evidente.
Mentre a palazzo arrivano notizie di insolite sparizioni a Nord della capitale e di necromanti che creano armate di ibridi per rovesciare il trono, il nobile più influente di Wirlamor ordina a Beatrix di compiere un massacro.
Incurante della punizione derivante dalla disobbedienza, la Vampira si rifiuterà di giustiziare un bambino e a colpi di ribellioni, incantesimi e fughe, scoprirà che il nemico del regno ha un solo volto, nascosto dietro una tela di menzogne che egli stesso ha creato.

Recensione

La protagonista è Beatrix, una vampira dal carattere sanguigno e irascibile. Una missione di sterminio dalla natura molto dubbia la porta a investigare sull’identità del “Tessitore”, un individuo che sta tramando per sconvolgere il regno. Parallelamente Beatrix deve salvare, proteggere e istruire Damian, un ragazzino dagli strani poteri frutto di un esperimento genetico, a cui lei è legata come fosse una seconda madre. Le due sottotrame viaggiano in parallelo in modo solido: da una parte c’è una fase investigativa, dall’altra l’evoluzione del personaggio di Damian, che sembra destinato a grandi cose. Il precipitare degli eventi porta verso il finale, in cui la protagonista per sconfiggere il Tessitore deve pagare un prezzo personale.

Traspare un lavoro di worldbuilding massivo, sono tratteggiate varie razze di vampiri, altre creature capaci di trasformarsi negli animali più disparati, e varie popolazioni umanoidi.
Una menzione speciale per delle sottospecie di ninfe che si esprimono con gli aggettivi al posto dei verbi, vi ritroverete a belleggiare e coraggioseggiare anche voi con loro xD.
Quasi tutti personaggi posseggono poteri magici, il che rende la magia una parte fondamentale del romanzo, ma in particolare mi hanno colpito le magie utili in campo investigativo, ad esempio lo Specto, che è una specie di moviola xD. Se lanciato in un luogo, permette al castatore di rivivere tutto ciò che è successo in quel luogo, mandando il tempo avanti e indietro a piacere. Come avere una telecamera di sicurezza ovunque. Ovviamente è stato sviluppato anche l’incantesimo che blocca lo Specto, il Reconditum.
Persino le unità di misura sono state pensate ad hoc. Questo è quello che mi aspetto da un epic fantasy, che sia originale e che non si accontenti di schiaffare un medioevo simil-europeo con razze tolkeniane.

Per i punti da migliorare, mentre nella maggior parte del libro il narratore è focalizzato nel presente e nel pv di Beatrix, in altri punti, soprattutto nelle scene di massa, vengono raccontati da B. gli spostamenti di tutte le truppe e ci si impantana un po’ a capire chi fa cose e a ricordare tutti i nomi e le caratteristiche del mondo. Ma sono anche io che ho una pessima memoria xD.

E’ presente anche una sottotrama romance, di cui non posso rivelare nessun particolare per non spoilerare. E’ marginale rispetto alla trama principale ma è comunque intersecata con essa, perché capire i propri veri sentimenti e cosa c’è di vero o di falso nelle sue relazioni rappresenta un altro mistero da risolvere per Beatrix.

Ultima caratteristica da citare, ma non meno importante, è l’oscuro segreto della protagonista. Beatrix, a causa di eventi del suo passato, sente in continuo dentro di sè la voce del demone Fhera, che la spinge verso azioni malvagie.
Fhera si intromette spesso senza filtri nella narrazione sparando sentenze e insulti quasi fosse un secondo narratore e ci fa provare lo stesso straniamento di Beatrix, costretta di continuo a ignorarlo oppure a dialogarci per tenerlo buono.
Fhera mi è sembrata una metafora del male oscuro che abbiamo dentro di noi, di quella piccola voce che ci spinge all’autosabotaggio e ci fa fare le scelte sbagliate. Solo diventando più forti possiamo tenerla a bada.
Per ironia, l’unico personaggio che viene a conoscenza di Fhera è proprio il love interest di Beatrix, ma non è spaventato da ciò, anzi quasi la prende a ridere quando Beatrix ogni tanto parla da sola. Un modo per dire che chi ci ama davvero ci accetta per quello che siamo, anche con i nostri lati negativi e le nostre piccole psicosi xD.